lunedì 28 aprile 2008

Blu violetto, fuori orario

Aprile nel (sempre più ipotetico) bordo blu violetto:

Phlox subulata


Scilla

Nel (solo teorico) bordo blu violetto vedo pure numerosi tulipani. Ma di questi sarà bene parlare una prossima volta (a cominciare dalla domanda cui non so dare risposta, ovvero: perché diamine avrò interrato dei tulipani? Cosa ci fanno, questi fiori da ingegneri nel mio giardino?)

Su sfumature simili, è in piena fioritura anche il glicine (o la glicine, come preferiscono taluni; Wisteria se aspirate ad essere capiti ovunque).
Quest'anno è pazzescamente profumato, le api son tutte turbate :)

Vogliamo finalmente riaprire l'annoso dibattito sul senso orario o antiorario di avvolgimento dei rampicanti?
Se avete tempo, ovviamente. So di gente che ha iniziato parlando del(la) glicine ed ha finito anni dopo, comperandosi un lavello sudamericano e un pendolo di Foucault.




E, tanto per iniziare da qualcosa di facile, come si determina il senso orario/antiorario?

Lei: Mi sento un po' idiota .... ma ..... il senso, orario o antiorario, si guarda da sotto o da sopra della pianta? Nel senso che io ho un glicine bonsy e mi sembra logico guardalo da sopra, ma per una pianta "normale" magari che ti fa' da pergolato, sembrerebbe piu' normale guardarla da sotto.

Lui: Ehmmm, se la guardi "di fronte", cioè se si attorciglia ad un sostegno, le sue spire hanno un andamento circolatorio in senso orario. Effettivamente se la guardi dall'alto è orario, dal basso è antiorario. Ma, visto che "normalmente" nessuno (vivo) :-)) dovrebbe vedere il movimento "dalla parte delle radici" e che la pianta "sale" e non "scende", per convenzione pare si dica così. :-)))





Ingegnere cercasi.
Si regalano tulipani ;)

venerdì 25 aprile 2008

Buon 25

Pioggia pioggia pioggia poi sole, fiori ovunque, molte belle immagini attendono di essere catturate. Ma: settimana impegnativa, sabba di impegni. Pure il 730. Che qui siamo ridiventati extraparlamentari ma a solerzia in pagamenti di balzelli seguita a non batterci nessuno. Fessi su tutte le linee, esatto.

In attesa delle foto nuove, una d'antan.
Non di sessantatrè anni fa -il mio nuovo trendsetter mi ha fortemente sconsigliata in tal senso, sostiene che quelle vecchie vicende non sian né fashionablecool- però pur sempre una foto di montagna e di resistenza (con la erre minuscola):

Giovini arrampicatori sociali (una cordata tutta italiana)


Nella foto: equipaje -all'epoca giovine mamma trentenne- con occasionali compagni di cordata e pargolo undicenne. Si noti manina ad artiglio su spalla del pargolo nonché lingua penzoloni, manine in postura depressa ed unica scarpa dello stesso. Fu la sua prima ed ultima perfomance di free climbing. Mai capito bene il perché.

Pordoi, 19..
(mmm, non si legge bene la data, peccato ;)



Ci vuole il fisico, per stare all'opposizione.
Buon 25! :)

mercoledì 16 aprile 2008

Ex post

Siccome "tutto si tiene" ed anche il mio giardinetto non si trova su Marte, oggi niente fiori (e no, neppure opere di bene).

Sul voto a Berlusca & Lega c'è poco da capire: in tempi incerti/precari ed economicamente depressi le sostanze euforizzanti vanno alla grande, ed i capri espiatori non sono da meno.

La solidarietà non ha molto appeal, ultimamente.
Resta invece da capire cosa farà ora tutta questa gente, quorum ego, che non conta di vincere al superenalotto dopodomani o di sposarsi con un miliardario in tempi rapidi o che ha qualche riservina sul modello di sviluppo vigente.
Della fine della sinistra parlamentare non m'importa granché: gli innamoramenti sono più appassionanti dei matrimoni ed i movimenti sono di gran lunga più divertenti delle istituzioni, ben venga dunque il ritorno alle piazze, perbacco!
...
Ooops, scordavo, non ci son più, le piazze.
E neppure uno straccio di statu nascenti.

La resistenza che c'è in giro è quasi tutta individuale.
Guardami, guardami mentre tutta compìta e volonterosa riciclo il mio bel biglietto del tram nella spazzatura differenziata [carta] e così facendo credo di salvare un albero, proprio mentre in Val di Susa ed altrove avanzano le Ruspe.
Mi sento tanto, ma proprio tanto naïf.

Oppure guardalo, questo simpatico piccolo Gruppo di Acquisto Solidale che adotta Rosaria l'ape solitaria mentre tutt'intorno le api muoiono (niente api = niente impollinazione, niente impollinazione = niente frutta e verdura, niente frutta e verdura... continuate pure voi).
Quanto inciderà?
Come qualcuno ha sostenuto, la vita e la modernità sono diventate "liquide". Eppazienza, cambiamenti e metamorfosi spaventano ma in fondo affascinano, son tutti da capire, sono vita. Quel che a me riesce davvero difficile da capire, piuttosto, è: ma come si fa a star dentro questa nostra "modernità liquida" reinventandosi una qualche dimensione collettiva?
Scriveva Renato, qualche giorno fa:
Non c’è nessuna utopia nella politica di questi anni, nessun territorio comune dove tutto è possibile… ciascuno si è come ritirato in un territorio dal quale tutto appare impossibile […] adesso mi sembra che l’agire politico non possa avvenire attraverso il linguaggio delle ideologie o nelle pratiche di protesta, di rivendicazione o scontro ma nelle strategie di “fuoriuscita” dal circuito delle merci.

Sono d'accordo.
Ma non basta mica, sai.
Occorrerebbe anche -ed invece, santo cielo, manca del tutto- un progetto comune da perseguire.
Perché noi possiamo adottare le api, riciclare tutti i biglietti del tram e pure tutti i tram: ma senza un progetto comune questi sono e rimarranno solo gesti "carini" che mettono a posto la coscienza, mere testimonianze individuali che non incidono di uno svirzigo sulla realtà circostante.
Realtà che -noto per inciso- sta serenissimamente affondando sulle anestetizzanti note dell'orchestrina del Titanic.
E che seccatura quel fastidioso dettaglio: sul Titanic perduto nel suo sogno di sviluppo ci stanno pure il mio giardinetto senza antiparassitari, il vostro orticello biodinamico e tutte quante le nostre coscienze consapevolissime e senza macchia.

(E se qualcuno ancora pensa che noi non si viva in tempi interessantissimi per favore venga qui e me lo spieghi: come cappero dovrebbero essere, per essere più interessanti di così?)

Domani ritorno ai fiorellini e mi azzittisco.
Almeno per un po', via ;)

mercoledì 9 aprile 2008

On Wings of Song

Tra altra bella gente che passa da questo blogghetto c'è un'informatica bolzanina piuttosto nota in rete, che ha un blog molto molto bello ed un giardino pieno di pennuti.

Speriamo che passi anche oggi e riesca a dare un nome alla bestiola qui sotto -che' qui se non riusciamo a dare i nomi alle cose poi stiamo male :)


Dopo gli scavi in giardino, oltre ai soliti merli e alle solite gazze sono comparsi vari uccelli a banchettare con le larvette sfollate. Questo in foto è appunto uno dei nuovi.

La foto è quella che è: presa dalla finestra -chiusa- della cucina, con uno zoom fatto al volo. Sembrerebbe una ballerina, ma la livrea coincide solo in parte.

Cualquier información bien la voy a pagar ;)


(Oggi qui in Milanesia ripiove, e fa pure freddino).

martedì 8 aprile 2008

Medicinal, Aromatic and Wild Edible Plants



Filidipaglia, blog animato da volonteroso spirito di servizio, segnala che ai millemila gruppi di Flickr da qualche giorno se n'è aggiunto uno dedicato alle Medicinal, Aromatic and Wild Edible Plants.

Esiste anche la possibilità di postare foto per chiedere riconoscimenti.

Nella foto di egle k. (amministratrice del gruppo), il soffitto della chiesa di St. Michael a Bamberg, Germania, decorato con i dipinti -accurati dal punto di vista botanico- di oltre 500 piante medicinali.

Hope you enjoy :)

lunedì 7 aprile 2008

... e ancora



(poi forse la pianto)

(seguito del post di venerdì)

Reperto n. 3.

Spilletta di ca. 2 cm. di diametro, con disegno raffigurante forse un fascio formato da tre spighe (?) o forse un fascio e basta con scritta "Fortes in fide"; nella corona circolare si apprezza la scritta Gioventù Femminile Cattolica Italiana (G.F.C.I). Sul verso si intravede a malapena la dicitura "Segretar. G.F.C.I. piazza S. Ambrogio Milano". Senza data.

Che razza di bigottume è mai passato su queste terre?

Per confondere un po' le acque ai miei futuri ed ipotetici pronipoti quasi quasi vado a seppellire un paio di spillette sovietiche col pioniere che vigila eroicamente sul raccolto di grano nel kolchoz (fazzoletto rosso al collo, sole dell'avvenire alle spalle, musica in dissolvenza). Un vero peccato non poter essere qui tra 150 anni a leggere le loro fantasiose ricostruzioni storiche.


Terminati oggi gli scavi, mi restano ancora almeno un paio di giorni di lavoro per sistemare lo spazio e mettere a dimora un po' di cosette.

(sono un tantino a pezzi, eh :)

(giardinaggio come attività per vecchie signore, uhm? meno male ch'è lunedì e si torna al lavoro)

E finalmente piove. La pioggia cade su la solitaria verdura con un crepitio che dura. Piove sui pini scagliosi ed irti, piove su i mirti divini, su le ginestre fulgenti di fiori accolti, su i ginepri folti di coccole aulenti, oh piove.

(porca paletta, piove! e domattina devo andarci in bici, al lavoro)

venerdì 4 aprile 2008

Memorie dal sottosuolo

Un pomeriggio di primavera un vangatore.

Per meglio dire, una vangatrice.
Ed un angolo di giardino che nessuno ha mai avuto l'ardire di vangare negli ultimi quarant'anni.


Chiodi e ganci della prima età del ferro, bottoni, mattoni. Artistici tubi da 4 cm., pezzi di vetro bianco e verde, ceramica ascrivibile ad antichi bidet, tappi a corona -memoria di pause birresche di maestranze non ancora islamiche. Mattoni. Una probabile raffigurazione di capricorno camuno (reperto n. 1). Commoventi medagliette di latta. Mattoni. Imperituro sacchetto di plastica del detersivo Scala, blocchi di cemento. Capitello insubre d'incerta datazione (reperto n. 2).

Reperti nn. 1 e 2


E poi -l'ho già detto?- mattoni.

Inizio a trovare un perché a quell'inspiegabile e cocciuta resistenza opposta dal rosmarino, nonostante le coccole ed il pieno sole.

Rari lombrichi civilizzati, ormai adusi all'uso del bidet. Una larva di coleottero, educata, laggiù in lontananza nella bruma fa ciao con la manina (zampina).



Ma, tutto ad un tratto ecco frammenti di arte musiva del Secondo Dopoguerra -le piastrelline di graniglia. E tout d'un coup le souvenir m’est apparu: le piastrelline della cucina della zia Gabriella! Quelle stesse piastrelline che, la domenica mattina, quando andavo a darle il buongiorno nella sua camera, la zia Gabriella mi offriva, dopo averle immerse nel suo infuso di casseoula...

(mm, no, forse no, non era precisamente così, forse le souvenir, pietoso, trasmuta e m'inganna).

E appena ebbi riconosciuto il sapore del pezzetto di piastrella che mi dava la zia, subito la vecchia casa verde si adattò, come uno scenario di teatro, e con la casa rividi le vetrate colorate, il vecchio lavatoio di pietra, i portici delle meraviglie ove andavano le gatte a figliare, l'albicocco, i sentierini dove ci si inoltrava se il tempo era bello. E solo lentamente, molto lentamente, riuscii a tornare alle odierne finestre di acciaio, ai garages sorti al posto del lavatoio e dei portici, al cordolo che corre nel cortile come un confine nordafricano.

Provvisorissime conclusioni:

i) vangare è attività fisica che sprofonda nelle madeleines e nelle riflessioni cupe;

ii) gli attuali otta-novantenni avranno anche pur fatto la Repubblica -il mio Signor Padre quasinovantenne a dire il vero manco quella, nel 1946 votò per il Re- ma poi, invasati dal boom economico e dallo "sviluppo", splendidamente se ne stracatafottettero vuoi dell'estetica, vuoi delle ricadute ambientali;

iii) se ci vuole del coraggio per tornare a vivere nei luoghi dove si è nate, figuratevi quanto ce ne vuole per mettersi a scavare senza poi produrre un'opera letteraria in sette tomi.

Domani si termina, la prossima settimana si rimuove: discarica, j'arrive (ma lavati pure, ci mancherebbe).

Ma: come vengono riciclati i mattoni e le scorie edilizie?
Non è che per caso poi vengono qui a reinterrarmeli nottetempo, umh?