sabato 19 dicembre 2009

E ora la neve copre tutto

E' stato un lungo, lunghissimo autunno.

Mi è sempre piaciuto novembre, i suoi colori, le sue foglie morte, le nebbie, le malinconie. Deve trattarsi di una sorta di imprinting stagionale, suppongo, visto che sono nata sotto il segno dello Scorpione, a metà novembre. Moltissimi anni fa mi affascinavano anche quelle simbologie e corrispondenze astrologico-stagionali un po' gotiche legate al mio segno: Plutone il Trasformatore signore degli inferi e astro dei maghi e degli alchimisti, la doppia spirale dell'otto, l'idea di morte e trasmutazione presente nella semina intesa come -cito a spanne la Morpurgo- "avventura esaltante e terribile del seme che, sepolto sotto le zolle, compie il primo passo sul lungo cammino che lo porterà all'esplosione primaverile". Al tema della semina come prodromo di future resurrezioni dopo i ghiacci invernali e bla e bla e bla, ricordo, tentai una volta di interessare anche il mio storico fidanzato latino-americano, che mi ascoltò impassibile per  mezz'ora prima di sistemarmi con una sana doccia fredda di relativismo culturale ("Querida: dalle mie parti a novembre è primavera, quasi estate").



Togliendo di mezzo l'astrologia, novembre (maggio se mi leggete da Ushuaia) resta il mese della trasformazione e del passaggio. Le foglie cadute a terra si sono sovrapposte a mo' di tappeto morbido e invitante, a colori caldi, su cui cammini un po' affondando e un po' filosofeggiando su quel che accade sotto le tue scarpe: semi caduti che si interrano, disfacimento e decomposizione della materia organica, putrefazione,  benefico humus che si crea, materia che si trasforma, cicli vitali, Persefone che prima o poi ritorna ma tu no, samsara, cose così. Le nebbie rasoterra fanno il resto: quando sopra il tappeto si stende il cuscino bianco e uniforme, tu non devi fare altro che appoggiartici sopra per ritrovarti senza scosse e senza traumi dall'altra parte, un po' Alice nello specchio. Entri lievemente nella nebbia e fluisci nel tappeto, dentro l'humus, dentro il corso naturale delle cose. Morire a novembre è la faccenda più naturale, più semplice del mondo, si direbbe.



Se n'è andato alla fine di novembre, mio padre, e sino all'ultimo non ha voluto collaborare né con il grandioso allestimento stagionale che gli si dispiegava intorno né con l'armonico giro della bhavacakra. Non ne voleva proprio sapere, a dirla tutta: sarebbe rimasto volentieri qui ancora un po' o, perché no, anche per sempre. Il ciclo vita/morte è cosa bella e molto filosofica ma, sospetto, tiene pur sempre conto del solo punto di vista di chi rimane.



Se n'è andato proprio qui, al Buen Retiro, dove aveva vissuto per ottanta dei suoi novant'anni, come era suo espresso desiderio. E con sua figlia accanto. La storia di questo luogo e questa casa sono talmente intrecciate con la sua storia personale che mi son quasi stupita, il giorno dopo, di ritrovare i cedri ancora saldi sulle radici e non crollati sopra il tetto. Ci ho litigato furiosamente per tutta l'adolescenza e per molti, molti anni a seguire; è stato un grande amore, il nostro. Dire che mancherai è ben misera cosa. Buon viaggio, papà.


1919-2009

mercoledì 21 ottobre 2009

Bacchette magiche

Bacchette magiche? Qui ci sarebbe di che saccheggiare il negozio di Mr. Ollivander.
Vediamo di alleggerire quel che si può: la memoria della digitale, ad esempio, che sta scoppiando... intrappolate lì dentro ci sono ancora le foto dell'autunno 2008. Quando si dice tempismo da blogger.

E giusto in tema di tempismo, e di blogger: due anni di blog.
Bacchette magiche per tutte/i!
Quelle che passa il convento, eh ;)

(Disclaimer: questo post contiene immagini che potrebbero non essere adatte ad un pubblico residente in Trentino-Alto Adige e Emilia-Romagna. Ciò chiarito, le foto sono cliccabili a formato lenzuolo matrimoniale.)

Viburnum opulus




Mah?
Frangula alnus?
Rhamnus catharticus?



Crataegus
forse monogyna




Pyracantha



Cornus florida



Ligustrum lucidum

Ligustrum lucidum



Mahonia aquifolium
Alseno (PC), 14 novembre 2008

(Disclaimer 2: Tutte le determinazioni qui sopra sono imputabili all'abissale ignoranza e all'umana fallacia di equipaje. Chi ne sa di più dunque bacchetti e dica, ché non è bello riempir l'internette di notizie sbagliate. Grazie!) :)*

Altre bacche -alcune tecnicamente non sono bacche, ok ok- le trovate qui, e qui.

giovedì 8 ottobre 2009

Scrapbook

Roma, 6 ottobre 2009. Nicolò Ghedini, nel corso della sua arringa di fronte ai giudici della Corte costituzionale, nell'ambito dell'udienza sul Lodo Alfano:
La legge e' uguale per tutti, ma non per forza lo e' la sua applicazione.

(e -piccolo update- anche questa la incolliamo qui "a futura memoria" ==> Farewell Angelino) :))


Nel corso dell'ondatina di post sulle IAS lei ha deciso che:
... quando iniziate a fare così tanti discorsi seri, bisogna che qualcuno vi aggiunga un po' di frivolo.

E sapete che vi dico?
Che Erbaviola -per questa volta almeno ;) - ha ragione.

Il giochino "Honest Scrap" oramai credo lo conoscano tutti, ma ricordo comunque che consiste:
- nell'indicare onestamente 10 cose personali, presumibilmente ignote a chi legge
- nel nominare altri 10 sventurati.

Ecco dunque qui dieci cose che non sapete di equipaje (e che potreste seguitare ad ignorare vivendo ugualmente sereni, e tuttavia):

1. ... non ha mai imparato a fare bene lo scoubidou -e no, inutile mandarle il tutorial, sul tema ha un blocco totale! (ma quanto le rode, 'sta cosa?)

2. ... da piccola ha fatto i nazionali di ginnastica artistica, da adolescente ha giocato nella squadra di softball della sua città, da grande si è data al free climbing. Per farla finita con l'estremismo sportivo c'è voluta la canoa (devo raccontarvi di quella volta che rimase incravattata sul Sesia?)

3. ... sospetta di avere un bell'Edipo non risolto, ma ci convive da sempre senza farla poi tanto difficile.

4. ... è un soggetto piuttosto distratto: in autostrada guida a 80 all'ora pensando ai casi suoi -e che avrà mai quella gente da strombazzare-, in posta le passan davanti anche le vecchine, al lavoro si dimentica di fare i concorsi (si lascia al lettore ogni deduzione sulla sua rampante carriera).

5. ... prima di approdare all'attuale occupazione, ha collezionato lavori degni della biografia di uno scrittore maledetto sfigato. Ha fatto la cassiera al supermercato, la trimestrale alle poste, la freccia in Fiera e persino -per qualche ora- il Pony Express. Ha insegnato matematica e fisica, ginnastica, spagnolo. Animatrice in un centro per il tempo libero frequentato quasi esclusivamente da malavitosi, organizzatrice di tournée per un noto teatro milanese (devo forse raccontarvi di quella volta che rimase rinchiusa in un camerino con Luca Barbareschi in perizoma?). E decine, centinaia di ricerche di mercato con interviste impossibili a iscritti al Partito repubblicano, frequentatori di sale corse, consumatori di whisky, esperti di logistica and so on.
Mulier sum, humani nihil a me alienum puto, diceva di sé. E soprattutto, poveretta, doveva pur campare.

6. ... quando prova affetto e/o simpatia e/o interesse verso qualcuno o qualcosa, tende ad esprimerlo in spagnolo.
(Il primo che si azzarda a citare "Un pesce di nome Wanda" lo banno a vita).

7. ... ha passato l'intero 1995 nelle moschee di Milano.
(No, non si stava convertendo. E no, non aveva e non ha fidanzati musulmani.)

8. ... più vita vive, più cose vede e impara, meno le riesce di prendere sul serio cose e persone -a partir da sé stessa.
(Il fatto che ormai parli di sé in terza persona come Giulio Cesare -e come Silvio- è un semplice segno di delirio, mica altro) ;)

9. ... dipendesse da lei, dormirebbe dodici ore al giorno.

10. ... è assolutamente, completamente, acriticamente e pregiudizialmente contraria a qualsiasi dieta, religione e/o credo politico che contempli o anche solo preveda l’abolizione del cioccolato.


E ora: garden party!
I signori uomini, come è noto, non amano molto parlare di sé: coinvolgiamoli dunque in modo massiccio e lasciamo che ricada quasi esclusivamente su di loro la nomèa di "vecchi barbagianni 1.0" (cit.) che non sanno stare al gioco ;)

Ecco i dieci fortunati prescelti:

1. Cat, perché quando erbaviola passa i meme a me io li passo a lui :)

2. Mauri, perché l'autunno gli fa male assai e anche lui ha bisogno di svagarsi un po' ;)

3. Silphion, perché spero che il mio erbalista di fiducia prima o poi ci racconti l'appassionante vicenda della polizia di Lumbini che lo scorso 20 settembre ha bloccato 27 quintali di Pterocarpus santalinus (!!)

4. Caprette tibetane, perché basta vacanze, è ora di bloggare.

5. Los/mogotes, perché finalmente si decida(no) a parlarci di Cuba.

6. Harlock, perché non ecceda troppo con quella "meditazione" ;)

7. Giam, perché ama giustappunto dipingersi come un "vecchio barbagianni 1.0" che mai e poi mai si potrebbe prestare a un abominevole gioco come questo ;)

8. Oryctes, perché di lui, al momento, sappiamo solo che è un "allattatore provvisorio di pipistrelli neonati, un fabbricatore di protesi temporanee per insetti stecco mutilati, il dirigente d'asilo per duecento raganelle neometamorfosate e scorpioni neonati", we want more!

9. Terre basse, perché salva le galline perdute in su la via. Vi par poco?

10. Terre alte, perché: "no Franz, no party!"


E no, no, no: non mi ringraziate! :)

giovedì 24 settembre 2009

A futura memoria








Una volta buttato il sasso nell'acqua i cerchi si allargano rapidamente, le domande suscitano altre domande. Un unico oggetto e tante visioni diverse: si chiama "circolazione delle idee". Ma è una faticaccia scovare e rincorrere gli interventi stimolanti -tali sono quelli che si son letti nei giorni scorsi in tema di "specie aliene invasive" (IAS), conservazione della biodiversità e rapporto Uomo/Natura- dis/persi negli anfratti della Rete.
A vantaggio dei posteri, raggruppo dunque qui un po' di link a mio avviso interessanti. Tu chiamale, se vuoi, deformazioni (professionali).
Elenco provvisorio, suscettibile di eventuali aggiunte ed aggiornamenti.

Questo il post (maggio 2009) che ha dato inizio alle danze:
Anche i marziani sono verdi
e, in realtà, in questo fondamentale post di Meristemi c'è già quasi tutto: definizione del problema, esempi, analisi, discussione.

Tupaia -autrice di un brillante e ben noto blog di zoologia- non è intervenuta in questo giro di opinioni ma un suo vecchio post titolato L'invasione degli alieni continua (agosto 2008) risulta utile per inquadrare in modo chiaro la questione IAS (prima parte dedicata agli esempi, seconda alla discussione).

I due post che ho dedicato al tema prendendo spunto dal libro "Clandestini" hanno generato parecchi interessanti commenti, che
iniziano qui
e continuano qui
(a proposito di salvaguardia della biodiversità attuale, nei commenti cfr. in particolare gli interventi di Andrea, da anni impegnato a "salvare" specie della sua zona)

Son spuntati anche vari altri post su blog amici e/o siti:

* Nicola interviene a 360° su Terranauta

* Renato su Selvatici illustra il concetto di Ecologia profonda

* Giam del gruppo di lettura di Vaiano (Prato) prende anch'egli le mosse da "Clandestini" e dedica un un post all'argomento

* Paolo su Attraverso giardini richiama le controverse tesi (peraltro in parte adottate anche da Nicola su Terranauta, see above) di David Theodoropoulus ("David la mette giù dura ed arriva a sostenere che le piante aliene invasive sono sintomi e non cause della modificazione degli ecosistemi. Insinua David: e se la bioinvasione fosse una via per lenire le ferite di un organismo globale?") [29/09]

* Mimma Pallavicini interviene sul suo blog [30/09].

* ancora da Nicola, vd. anche i commenti a questo post [30/09]


Letture:
- un amato/odiato Theodoropoulus segnalato da Nicola: Native Vs. Exotics, the Myth of the Menace [29/09]
- un articolo di Mark Davis su New Scientist del 25 settembre segnalato da Meristemi: Immigrant species aren't all bad [30/09]
> "Invasive species as ecological Threat" di Paul H. Gobster, linkata in questo post di Nicola [04/10].


Qui trovate gli elenchi de:
- i 100 organismi alieni più pericolosi del mondo (ISSG e IUCN)
- gli organismi alieni in Europa e in Italia (DAISIE).


Tornando ab ovo: vale infine senz'altro la pena di prendersi la briga di leggere anche questo brevissimo post dove, ben infrattate nei commenti, ci sono varie intriganti considerazioni di Silphion -aka Marco Valussi- a proposito del rapporto Uomo/Natura.

C'è parecchio da leggere, insomma :)


***
E infine, sia pure in ritardo di un paio di giorni: buon equinozio! Ora siamo ufficialmente nel Regno delle Tenebre ;)

(illustrazione: Wikipedia)

giovedì 17 settembre 2009

Gender issues nell'orto

Specie aliena non invasiva


Agosto, buen retiro, orto.
Sei piantine di pomodoro sei, le prime dopo forse mezzo secolo in quest'angolo di terra. Un passo irrilevante per l'autosussistenza, un balzo gigantesco per il buen retiro. In qual direzione questo balzo, questo è oggetto di ampio dibattito.

Lei si affanna brandendo le forbici e compiendo gesti apotropaici intorno alle sei piantine sei.
Lui osserva la scena con espressione pensierosa, le braccia strettamente conserte.

Lui: Come hai detto che si chiama questa operazione?
Lei: Sfemminellatura.
Lui: Mm. Definisci sfemminellatura.
Lei (ovvia): Togliere le femminelle.
Lui: Una femminella, ovvero..?
Lei (più petulante di Hermione Granger, citando gli amicidellorto): Chiamasi femminella il rametto che cresce lateralmente al tronco, appena sopra l'attaccatura delle foglie. Normalmente si elimina per concentrare i frutti sul tronco principale.
Lui: Quindi insomma una femminella è un qualcosa che...
Lei: ... mina il vigore, tende a ridurre la produzione, è un elemento decorativo ma inutile a fini pratici e, non ultimo, fa pure perdere tempo. Ehi, che cos'è quel sorr...
Lui: ...
Lei: ...
Lui: ...
Lei: E fanculizzarsi, ogni tanto?
Lui: L'hai detto tu!
Lei: E tu l'hai pensato!

Segue rissa.

Che poi a rigore non si chiama nemmeno sfemminellatura, ma: scacchiatura. Appunto.


Chissà se gli ultimi pomodori ancora verdi sulle piantine gliela faranno?

lunedì 7 settembre 2009

Ora e sempre clandestini

Marco Di Domenico -autore di Clandestini : animali e piante senza permesso di soggiorno e persona davvero simpatica e gradevole- ha risposto ad alcuni commenti al post precedente. Riposto qui il suo intervento -limitandomi ad attivare i link- perché laggiù in coda rischia di passare inosservato, e sarebbe un autentico peccato.
Di aliens e clandestini, è certo, qui torneremo a parlare: perché è tema dai mille risvolti e dalle mille ricadute ed in questi tempi oscuri e impauriti si avverte un gran bisogno, mi pare, di scambiare e chiarirsi un po' le idee. Siam personcine sociali e socievoli qui, nonché "individui vitali che si scambiano luoghi e informazioni", non sia mai che qualcuno rimanga ad arrovellarsi in solitudine nel chiuso della propria stanzetta ;)

Grazie mille a Marco, buon lunedì e un abbraccio a tutte/i.


Divieto di Ailanto? Ah-ah!
(Milano, via Chiese)



Marco Di Domenico
6-set-2009 22.31.00
wrote:

cari lettori tutti,
tra uno scatolone e un altro, l'iscrizione al medico di base, il cambio delle utenze e quello del conto corrente, riesco a leggere la posta e vedo con piacere che i clandestini continuano a suscitare curiosità. pleonastico dire che gongolo di piacere e che l'idea di parlarne a voce insieme da qualche parte in toscana mi sembra sempre più bella. rispondo in ordine sparso a qualche questione che ho letto qua e là.

1. I conigli baby di ERBAVIOLA dovrebbero essere in realtà minilepri o silvilaghi (Sylvilagus floridanus) di origine nordamericana (tanto per cambiare), introdotti in Italia a scopo venatorio già dagli anni sessanta e acclimatati in tutta l'Italia settentrionale. insomma non bastavano agli amici cacciatori le lepri europee e i conigli, tutti introdotti.

2. La impatiens di CAT è diffusa qua e là anche nel Lazio e in Umbria, sempre in luoghi umidi. si: bella è bella...

3. per MANU: l'ottimo miele di acacia (cioè di robinia) è si ottimo, ma spesso pieno di robaccia, perché le robinie crescono sovente lungo strade e ferrovie, dove polveri e metalli abbondano. vai a dire alle api di bottinare solo su robinie pulite.

4. e sono quasi d'accordo con NICOLA. la dispersione dei viventi è insita nella vita stessa, e l'uomo ha solo accelerato il processo. il problema è che l'ha accelerato troppo! e non lo controlla più. l'ailanto non sarebbe arrivato da solo dalla cina, e del resto nemmeno il pomodoro, che dio ce lo conservi. solo che il pomodoro non dà origine a popolazioni selvatiche vitali, anche se è vero che singoli semi germinano qua e là. ma poi la cosa finisce lì. il pomodoro è una coltura controllabile, neutra. l'ailanto no. e non se ne sentiva sinceramente la mancanza. e non è una questione di utilitarismo. forse se i pomodori fossero infestanti li considereremmo diversamente e li faremmo secchi col diserbante, chissà.

5. a PAOLO TASINI dico che ha ragione. la vita E' rimescolamento, a tutti i livelli: molecolare, cellulare, tissutale, sistemico, individuale e popolazionale. e pure interspecifico. non ci sarebbe vita se l'ipofisi non dialogasse con l'occhio e questo con il piede, nemmeno se gli individui non si scambiassero luoghi e informazioni, dai batteri all'uomo, passando per i funghi e le piante, lo fanno tutti. e meno male. ma - ripeto - il ritmo è ormai eccessivo, e questo solo per azione umana, e solo o quasi negli ultimi 500 anni.

namaste a tutti, e se volete a presto. il 12 e il 13 sarò a mantova per il festivaletteratura a presentare il libro. ho un paio di incontri e comunque trovate tutto sul sito del festival. se qualcuno ci capita...

marco.

martedì 18 agosto 2009

Clandestini / Marco Di Domenico

Bello, stimolante ed intrigante sin dal titolo questo libretto divulgativo di Marco Di Domenico dedicato ad alcune specie aliene invasive, molte delle quali presenti nell'ormai famigerato elenco delle 100 specie aliene più pericolose del mondo.

Cosa siano le "specie aliene invasive" l'ha sinteticamente e benissimo spiegato Meristemi, in un suo ormai celebre post di qualche mese fa:
[...] animali, piante e microrganismi che per effetto del trasporto da un habitat all’altro trovano per varie ragioni ampie nicchie fertili in cui prosperare e moltiplicarsi a dismisura, in genere a causa dell’assenza di competitori diretti. La limitata concorrenza può avere effetti drammatici sulle altre specie presenti nell’ecosistema in cui arrivano gli “alieni”, in quanto la competizione per le risorse può divenire altamente squilibrata o possono essere assenti forme di resistenza o di autoregolazione.
Molti organismi arrivano nel nuovo habitat grazie a passaggi creativamente scroccati alle acque di zavorra delle navi o ai carrelli degli aerei, o altro, molti altri grazie a consapevole introduzione da parte dell'uomo. E' stato consapevolmente introdotto in Australia negli anni '30, ad esempio, il rospo della canna (Bufo marinus), in qualità di predatore di due insetti infestanti la canna da zucchero. Lotta biologica: e tutto sarebbe andato benone se il buffo Bufo avesse agito come da copione e si fosse limitato a mangiare gli insetti. E invece no: quegli stupidi rospi iniziarono...
... a mangiare tutto il resto.
I girini divoravano girini di anfibi nativi, gli adulti inghiottivano piccoli animali domestici, coleotteri, api, formiche, termiti, grilli e ogni altro insetto, chiocciole e molluschi marini, rane e rospi, giovani serpenti e piccoli mammiferi selvatici. [...] E non si limitavano a mangiare: con la bufotossina avvelenavano cani e gatti domestici, uccidevano qualunque animale la cui dieta includesse gli anfibi, le loro uova e i loro girini, competevano con gli animali insettivori e i piccoli predatori [....] Coccodrilli, serpenti, dingo e quoll vengono tuttora decimati dal veleno. E poi aironi, nibbi, chiurli, corvi e ratti, persino grossi ragni [...].
Si studiano strategie genetiche dirette a interferire con la riproduzione e guerre a colpi di virus mortali.
Nelle città intanto si costruiscono barriere anti-rospo.

Come diceva maestro Fukuoka?
Ah, sì:
più sono elaborate le soluzioni
più complicati diventano i problemi

Forse in questo momento siete sulla riviera romagnola e vi state sbafando un piatto di spaghetti alle "vongole veraci"... filippine. Oppure siete in ammollo a Pantelleria, avete appena avvistato un colorato pesce "lessepsiano" del Mar Rosso e nemmeno vi vien in mente di chiedervi che cosa ci faccia lui lì, neppure un pensierino di ringraziamento per Monsieur de Lesseps (Canale di Suez, 1869), ingrati!
Siete invece in montagna ad imprecare contro il dissesto idrogeologico del Belpaese? Prima di esagerare con gli accidenti ricordate che anche le nostre mamme-nonne potrebbero essere enumerate tra le concause indirette. Eh sì: pensate a quelle belle pelliccette di castorino (Myocastor coypus, nutria) in voga negli anni '50 tra le signore vorrei-ma-non-posso, pensate alla moda che cambia e alla nuova coscienza animalista che avanza. Fatto? Pensate ora agli allevamenti dismessi, agli animali rimessi in libertà, all'abitudine tutta nutriesca di ridurre gli argini dei fiumi a gruyère.

Myocastor coypus
(foto di terrebasse)


E così via leggendo. Sono quarantacinque le specie prese in esame nel libro -i due terzi sono animali, ma d'altro canto l'autore è un dottore di ricerca in biologia animale ed occorre perdonargli questa sua debolezza- e molto, molto istruttive, mirabolanti e stupefacenti sono le storie di disastri (causa-effetto, piccolo sassetto che inizia la valanga, effetto domino e quant'altro) che il Di Domenico perversamente ci snocciola.

E i vegetali?
Forse un po' meno eclatanti e affascinanti i disastri verdi, forse meno entusiasta il Di Domenico nel raccontarceli, chissà. Ma ecco comunque numerose piante introdotte per i più svariati motivi in Italia e poi sfuggite alla coltivazione, piante che "hanno scelto la libertà" -e che libertà: maclura (Maclura pomifera), topinambur (Helianthus tuberosus), fitolacca (Phytolacca americana), Acer negundo (pianta che al nostro Autore sta particolarmente sulle scatole, vai a sapere perché), gelso da carta (Broussonetia papyrifera), robinia (Robinia pseudacacia), ailanto (Ailanthus altissima).
Ma anche agave (Agave americana) e fico d'India (Opuntia ficus indica): mica credevate fossero siciliani doc, vero? Il fico è "d'India" proprio come erano "indiani" gli individui avvistati da Cristoforo Colombo nelle "Indie", ovvero: americano.

Libretto avvicente come un thriller dove storia, geografia, ecologia, economia e biologia si mescolano in continuazione, per il piacere e l'orrore del lettore.
Difetti:
- alcune specie sono solo appena appena accennate, we want more!
- un ulteriore approfondimento della storia sociale non sarebbe stato affatto sgradito, we want more!
- finisce troppo in fretta, dura troppo poco, we want more, more, more!


Disclaimer grande come una casa, suggerito dal fatto che viviamo in tempi di sbarchi a Lampedusa e allarme sicurezza e, per reazione, tempi di riscoperta delle "nostre radici cristiane" miste ad ampolle di acqua del Po, ronde verdi, dialetto nelle scuole e millemila altre mirabolanti "invenzioni della tradizione": la qui presente equipaje diffida in anticipo da troppo facili (e rozzi, faciloni, indebiti, inadeguati, fuori luogo, quanto mai qui sgraditi e via minacciando) equazioni e parallelismi tra gli avvenimenti biologici e quelli sociali.

E tuttavia, tuttavia: questo libretto fa il paio con il già citato post del mai troppo citato Meristemi, e post e libretto forniscono numerosi, interessantissimi input. Batterie di domande incalzano: non son forse ricorrenti e naturali i disastri? Non è forse l'uomo una specie come un'altra? Forse che i marziani non sono verdi?

S'i' fossi un gruppo di lettura toscano sensibile a queste tematiche, guarda, su un libretto del genere ci organizzerei addirittura su una seratina ;-)
Buona lettura.

Marco Di Domenico
Clandestini : animali e piante senza permesso di soggiorno
Torino : Bollati Boringhieri, 2008
204 p. : ill. [a cura di Marco Di Domenico]; 19 cm.
isbn: 9788833919454
€ 16,00.

martedì 11 agosto 2009

Piovono stelle



Domani sera verso le 22.00, ricordate: attenti a ciò che chiedete agli Dei, potreste persino essere accontentati..!
(Uno sciame di Perseidi sul buen retiro, ecco: per quest'anno solo questo, mi manca.)

Per tenere un basso profilo potrei chiedere di tornare a vedere i blog su wordpress e splinder -che non leggo più nemmeno in filigrana- ma forse è una richiesta eccessiva. Chiederò dunque di riuscire a scrivere almeno un post prima che termini l'agosto: qualcosa di leggerino ed impalpabile, ovvio, ché qui a cose pese ormai siamo al sold out. Solo post fotografici e fatui almeno sino all'ottobre inoltrato, ok. E che a settembre si riesca a salvare capra e cavoli, dài, ies-ui-can. Non fosse per quel fastidioso dettaglio di dover anche dormire ogni tanto, uff.)

A quanti desideri abbiamo diritto quest'anno noi quaggiù, cari Dei?
Non vorrei apparire scortese o impaziente, ma qui la wishlist è
l
u
n
g
h
e
t
t
a,
lunghetta, lun-ghet-ta, lun-ghet-ta!


[Vignetta: Mordillo, chi altri?]

mercoledì 1 luglio 2009

I cittadini fanno ooooohhh!

E pure equipaje, una mattina di fine maggio-inizio giugno, guidando assonnata dentro il Parco Nord, quando avvista una larga striscia blu su un lato del campo coltivato a colza, lunga a perdita d'occhio, convintamente fa: oo-oo-ohhhhh! E' quasi un Monet. Frena, parcheggia, acchiappa la macchina foto, fotografa: da quanti anni non vedeva i fiordalisi? Tanti, davvero tanti.

Milano, Parco Nord

Pensierini in rapida successione:
- sono bellissimi!
- deve trattarsi di un'operazione di guerrilla gardening
- [ripensandoci] se esistono garden guerrilleri in grado di far questo, allora stiamo per conquistare il Palazzo d'Inverno (no: non stiamo)
- e quante farfalle! :)
- e: ma non sono un po' troppi?
- non sono anche un po' troppo cicciotti? molto più esili, me li ricordavo.
Incontentabile, sono.

Centaurea cyanus

Praticamente scomparsi da oltre una ventina d'anni causa diserbanti -e qui ci starebbe a pennello un parallelo social-melanconico tra la scomparsa del fiordaliso e quella delle lucciole di Pasolini, ma graziosamente sorvolo- la Centaurea sta tornando in grande spolvero, per lo meno a Milano.

Merito e responsabilità sono di Provincia di Milano e Regione Lombardia, che hanno sponsorizzato un progetto -prima al Boscoincittà (2005/6), poi al Parco Agricolo Sud Milano (2007/8) e ora, ipotizzo, anche al Parco Nord- pittorescamente denominato Fioriture campestri nelle aree coltivate a cereale.

Vanessa Cynthia cardui
(la "Vanessa del cardo")

Senso e scopo del progetto risiedono nella convinzione -o speranza, o pia illusione, non so- che
incrementare l’interesse delle persone al paesaggio agricolo [sia] un’importante occasione per l’agricoltura stessa, che nei legami affettivi con i frequentatori può trovare un’occasione di radicamento e sviluppo [*]

Mmm, mm.
Trent'anni fa s'è diserbato forsennatamente per togliere le infestanti e ora le infestanti vengono reinserite quasi per decreto: non è forse vero che siamo un po' picchiatelli, noi umani? E saranno veramente i legami affettivi tra frequentatori e paesaggi agricoli dei Parchi a fornire una nuova chance all'agricoltura periurbana? Sarà veramente la contemplazione di questi bei quadri a far scattare il giusto relè? Sarà un relè solo nostalgico del bel tempo andato oppure intelligentemente critico verso presente e futuro? Io non lo so.
Non ho ancora ben deciso quanto, come e se questo approccio mi convince.

Centaurea cyanus

Il progetto, a quanto vedo e leggo, sta incontrando alcuni problemi.
Uno di questi riguarda la valutazione di come
incrementare la presenza delle fioriture spontanee senza danneggiare l’aspetto produttivo dei campi coltivati [*].
Ma va'?

Un altro è relativo alla troppo entusiastica
partecipazione dei cittadini, che da semplici spettatori si sono ben presto trasformati in attori protagonisti di lunghe passeggiate nei campi per raccogliere i fiori o semplicemente per scattare fotografie… ma il calpestio provoca un serio danno estetico, oltre che produttivo [*]

(Anche la cittadina equipaje per fotografare i fiordalisi ha calpesticchiato un po': con cautela e cercando di contenere i danni, ma lo ha fatto -la cosiddetta gggente non vive su Alpha Centauri, è anche lei)

Quante Vanesse ci sono qui dentro?

E, venendo a voi gggente: qualcuno per caso desidera qualche seme di fiordaliso per risvegliare i sopiti legami affettivi dei vicini di casa con il paesaggio agricolo circostante? O anche solo in modicissima quantità, per uso, diciamo così, strettamente personale? Volendo, potete scrivere/telefonare qui:

Centro Forestazione Urbana - cascina San Romano
via Novara 340, Milano
tel. 02 4522401 (9-12.30 e 14-18)

oppure, potete fare atto di fede estrema e aspettare che io ripassi per il Parco Nord... il prossimo giovedì o venerdì, ad esempio. Non garantisco proprio un bel nulla: ma voi, eventualmente, fate sapere. Andrea, tu no! ;)

martedì 23 giugno 2009

E' estate

- ... e poi ci sarebbe da organizzare lo sgombero della sede di via D., selezionare i materiali di ricerca più interessanti, provvedere ad acquisirli e organizzare il trasporto, il tutto entro, diciamo...
- ...un paio di mesi, ce la facciamo, sì. Entro l'estate, dài.
- ...
- ..?
- ... entro il prossimo martedì?

§§§

... e poi ci sarebbe da tornare dal Ragioniere per riportargli gli estratti conto della banca, andare urgentemente in farmacia, all'edicola a pagare i giornali, fare la spesa ma mi raccomando i biscottini non quelli dell'altra volta che mica vorrai farci stare male e -ah- se passi dalla posta qui ci sono anche alcune bollette, bisogna chiedere il come mai di questo importo che in montagna non ci va più nessuno da mesi, poi si è fulminata la lampadina, mancano i fiammiferi, non scende più l'acqua dal rubinetto in bagno, il tavolino ha una gamba che traballa... [continua, ad libitum]

§§§

... e poi mi raccomando il farmaco L. a dosi alterne nei giorni dispari, il controllo della pressione quotidiano e il bilancio idrico, senti ma le iniezioni tu le sai fare? No? Beh, ora di imparare. Queste sono le ricette per i farmaci X Y e Z e questo è il cellulare del cardiologo per le emergenze e insomma noi partiamo, se succede qualcosa chiamaci, siamo solo a 650 km, ciao, ciao.

§§§

- E poi ti volevo chiedere: visto che tanto per via di tuo padre quest'anno tu resti a casa, ti spiace se ti porto la gatta per un paio...
- ... di giorni?
- ... di mesi, oh non te l'ho detto che quest'anno facciamo le vacanze lunghe?

[Aspetta aspetta che questa la traduco in miglior italiano: "visto che quest'anno sei già sommersa dal letame, ti spiace se ci aggiungo un paio di palate anch'io?"]

§§§

- ... ah, e poi, forse ho scordato di dirti che domenica da Taiwan arriva XXX, un amico di couchsurfing.
- Mi fa piacere.
- ...
- Ma..?
- Ma io domenica sarei al mare così ti volevo chiedere se puoi andare ad accoglierlo tu e dargli le chiavi di casa.
- Epoi?! unascopainculocosìtiramazzolastanza?!
- Mamma!!
- Uff. Era una dotta citazione.

§§§

Grazie! :))))****
Grazie grazie mille millissime per avermi spiegato come fare con questo Flickr che si sta rivelando un giochino davvero bellissimo e, a proposito, quando torni a casa hai mica un paio di minuti per dare un'occhiata alle duecentocinquanta foto dell'ultima gita in bici, meravigliosa!! E poi mi spiegheresti -per favore- come fare per organizzare i set..? E poi...

§§§

Querida equipaje:
Mi sobrina, la hija de mi hermana Pepí esta por Europa y quiere ir a visitarte unos días. Entre otras cosas ella es mi ahijada, sabe algo de tí y quiere conocerte [...] creo que va a estar un mes más... a mi me encantaría que te conozca, le voy a dar tu número de telefono para que pueda comunicarse contigo...

§§§

Oggi equipaje -come ieri e ieri l'altro e così da tre mesi a questa parte- si è alzata all'alba e solo verso mezzanotte riesce a riguadagnare strisciando il portoncino di casa sua. Mentre infila la chiave nella toppa già rassegnata alla visione delle imprescindibili 250 foto ciclistiche, nell'ombra fitta fitta alle sue spalle un tizio peloso con folti baffi bianchi, passo felpato ed espressione trucida si appresta all'assalto.
Mmmeowwwww!!
L'assalto notturno al polpaccio è sempre accompagnato da grida belluine.

...

Poi dice: equipaje, ma che fai? Non posti più?
[Mmmeowwwww]

lunedì 20 aprile 2009

Con il naso nel prato

Se togliamo il disastro abruzzese e le ultime mie tre settimane versione Florence Nightingale (intense, in famiglia), niente altro può ora impedirmi di dichiarare finalmente urbi et orbi la mia soddisfazione per questa primavera che è, semplicemente: bellissima.
Là fuori giornate di pioggia si alternano a giornate calde ed il mondo vegetale ringrazia: basta guardarsi intorno per vederlo dissetarsi, respirare e dare segnali di evidente felicità :)

A proposito: è solo una mia impressione o quest'anno c'è effettivamente sovrabbondanza di tarassachi? Li sto vedendo ovunque, anche fra i binari del tram. (Deve trattarsi di una linea soppressa: perché non dovrebbero crescere lì in mezzo, giusto?)

Milano, via Luigi Emanueli

O forse ci son sempre stati ma io non ci ho mai badato?

Ci penso spesso: ma quanto e quanto a lungo sono stata selettivamente cieca davanti alle piante, alle foglie, alle erbe? Ancora non termina di meravigliarmi l'imponenza di tutto il mio precedente guardare senza nulla vedere.
E inoltre: ma quanto sono stata, quanto sono, ignorante? Quando ho cominciato a guardarmi intorno ho subito dovuto ammettere di non riuscire a dare un nome a più di qualche decina di specie; e anche se oggi va un po' meglio, l'ignoranza resta comunque abissale: la vita, inizio a temere, non mi basterà per esplorare a fondo e con vera competenza nemmeno un piano di questa immensa Biblioteca a cielo aperto.

La saggezza popolare sostiene che i nomi dei fiori s'imparino con la mezza età, e c'è del vero: in gioventù, in effetti, si è molto più interessati alla -chiamiamola così- fauna che alla flora. E a proposito di magica mezza età, chiosa la saggia equipaje: occorre sbrigarsi, sbrigarsi! Approfittare di questo "periodo finestra" ed imparare il più possibile prima che la demenza senile sopraggiunga ratta e lesta a risprofondarci nell'inconsapevolezza e nell'oblio ;)

Datemi un umile prato urbano di periferia, datemi il più banale dei pratini d'aprile -quello qui sotto, ad esempio- ed io scoprirò che c'è sempre ancora -e ancora, e ancora- qualcosa di nuovo da imparare.

Prato d'aprile

Taraxacum officinale

Il giallo dei tarassachi

Veronica (persica?)

l'azzurro delle veroniche

il rosa delle... dei... mmm, cosa caspita sono queste comunissime piantine frequentate da api, con foglie verdi che salendo virano al porpora sino al ton sur ton con i fiorellini rosa scuro? Le avrò viste un miliardo di volte ma solo ora che siamo naso a naso mi rendo conto di quanto siano carine

Lamium purpureum


La foglia è quasi identica a quella dell'ortica ma non urticante, il fiore è invece simile a quelli di basilico, rosmarino, origano etc., ovvero: labiato. Isolati questi elementi, l'identificazione risulta abbastanza semplice: Lamium purpureum.

Conosciamoci meglio, Lamium! Cosa narra il Sacro Testo delle Erbe Spontanee [*] di te?

Questa specie, da sempre considerata nell'immaginario popolare come il "parente buono" dell'ortica [...] è stata spesso utilizzata proprio per alleviare infiammazioni cutanee [...] non è difficile riscontrare in questo uso una proiezione della polarità contraria a quella dell'ortica [...]

... ed inoltre: si mangia! :)

Le parti verdi della pianta rientrano talvolta nelle miscele vegetali e nelle zuppe tradizionali (Pistic friulano e Minestrella di Gallicano in Garfagnana), mentre i fiori hanno da sempre rappresentato nelle comunità rurali lo snack preferito dei bambini: essi venivano succhiati ed erano ambitissimi perché assai dolci. Dal mondo della ristorazione più attento al recupero delle tradizioni una proposta originale: i fiori del lamio passati nella pastella e poi fritti.

Yum!
Lamium purpureum


Lamium purpureum

Davvero molto particolare il labbro superiore del fiore, arcuato a mo' di premurosa pensilina a proteggere i quattro stami che, così coperti, possono essere avvistati solo guardando la piantina... da sotto!
Nella foto che segue, gli stami sono quei quattro curiosi trattini neri che si stagliano come formichine sul rosa in secondo piano.

Sapendo che il Lamium è una piantina alta sette-otto centimentri, si domanda: come diamine avrà fatto equipaje a fare quest'ultima foto? ;)

Ma quanta microbellezza mi sono persa, esattamente, sino ad oggi? E dove si trova, esattamente, l'Ufficio Arretrati?

(Tutte le foto del Lamium mostrano molto meglio i dettagli se cliccate).

[*] Atlante dei prodotti tipici : le erbe / INSOR, Istituto nazionale di Sociologia rurale ; a cura di Graziella Picchi, Andrea Pieroni ; introduzione di Corrado Barberis. Roma : RAI-ERI : AGRA, 2005

giovedì 26 marzo 2009

First Orto



"... your most symbolically resonant step in building a new American food culture. And that is this: tear out five prime south-facing acres of the White House lawn and plant in their place an organic fruit and vegetable garden."



["... il passo simbolicamente più significativo nella costruzione di una nuova cultura alimentare statunitense. Che è questo: convertire cinque ottimi acri di prato della Casa Bianca esposti a sud in un orto a frutta e verdura."]

Ve lo ricordate questo appello?
Si trova all'interno della lunga ed appassionata lettera aperta -"Farmer in chief"- che Michael Pollan indirizzò al futuro Presidente degli Stati Uniti nell'ottobre 2008 (e che fu a suo tempo segnalata da Meristemi).

Quel pezzo di Rete statunitense che ha fatto campagna per "un orto alla Casa Bianca" in questi giorni è in festa, perché Michelle Obama ha dato il primo -e presumibilmente anche ultimo, ma non importa- colpo di vanga. Si tratta di uno spazio poco più che simbolico -non certo i cinque acri di cui parlava Pollan- ma l'orto alla Casa Bianca si farà.

Diciamolo pure: la stilosa Michelle, costretta da superiore ragion di Stato a coniugare il rastrello con gli stivaletti Jimmy Choo, non appare qui del tutto a suo agio. E tuttavia questa è una foto che ha qualche chance di finire sui libri siti di storia. Un gesto denso di messaggi rivolti non esclusivamente agli statunitensi. Propaganda? Ovvio che è propaganda. Ma non per questo banale, o irrilevante.

Al di là delle note di educazione ambientale rivolte alle giovanissime generazioni, che cosa ci sta dicendo Michelle, con quella vanga in mano? Forse non tutto quello che ci piacerebbe sentire, ma comunque: un sacco di cose.

Che il cibo deve essere sano, anzitutto. Un'affermazione niente affatto scontata in un paese dove la cultura alimentare dominante è quella del cibo veloce, economico e "facile", e dove le patologie da obesità incidono in modo allarmante sulla spesa sanitaria. E l'invito a mutare abitudini alimentari ha implicazioni che conducono assai lontano.
Che il cibo deve essere locale e (implicitamente) che riducendo la catena alimentare si riduce il consumo energetico.
Che questa localissima produzione potrà essere assai varia -nel First Orto ci saranno 56 tipi di colture- ed ottenuta senza pesticidi.
E che nelle immediate vicinanze ci saranno anche le api -e pazienza se le bambine avranno un po' di paura. Api che stanno morendo un po' ovunque, ricordate? Forse Michelle, oltre a Pollan, tra i suoi numi ispiratori ormai annovera anche l'orto di carta ;)

Forse ci piacerebbe sentire anche altro. Però, già così: pare poco?

Ci dice, infine, e questo non è certo l'ultimo dei messaggi, che la situazione generale è davvero assai grave. Perché l'ultima prima di lei a violare i prati della Casa Bianca con i Victory Gardens fu Eleanor Roosevelt, nel 1943: e allora c'era la Seconda Guerra Mondiale.

Naturalmente qui più di tanto non ci si fida, e questa è certamente propaganda. La propaganda di questo genere, però: che ben venga. Less oil, more sunlight :)

lunedì 23 marzo 2009

Gemme / 2

Fa ancora un po' freddino, dunque oggi ecco a voi una gemma con pelliccia... e successivo repentino strip-tease

Gemma di Magnolia

Anche in molte specie di Magnolia i fiori compaiono prima delle foglie

Gemma di Magnolia stellata
con colbacco


Fare foto a una Magnolia stellata è sempre un'ottima scusa per infilarci il naso ed annusarla: profuma in modo delicato e fresco, secondo alcuni di... "melone e giglio"

Gemma a fiore e abbozzi di foglie


Fiorisce da un giorno all'altro, a marzo, con grandi nuvole bianche o -meno frequentemente- bianche/rosa


Alberi di Magnolia stellata
Milano, Collina dei ciliegi



La fioritura è delle più effimere e dura meno di una settimana... mentre leggete, i petali stanno cadendo ^-^


I fiori sono "a stella", con petali numerosi (da 12 a 18)

Tra le stelle


Di Magnolia stellata ha parlato anche Cat, tempo fa, qui.

Buon inizio di primavera a tutte e tutti :)



mercoledì 18 marzo 2009

Lavori fatti col cubo

Sono i giorni della Forsythia, vera pianta "da fondale" primaverile. Le sue esplosioni di giallo brillante sul seccume invernale sono le prime a richiamare l'attenzione. Goodbye grey, hello yellow!

Forsythia

La Forsythia -che resiste benissimo agli inverni del Nord e ai parassiti ed è di scarse-nulle pretese colturali- a queste latitudini si coltiva anche nei giardini e nei viali ma è soprattutto largamente utilizzata nel tentativo di ingentilire nonluoghi di transito quali: rotatorie, rampe autostradali, piazzole di sosta, distributori.


Gemme a fiore

I fiori compaiono prima delle foglie, e spuntano sui rami dell'anno precedente.
E dunque, se proprio si deve potare, occorre farlo subito dopo la fioritura, in aprile. E' semplice.

Fioritura di marzo



Semplice, ma.
Spesso e volentieri la Forsythia viene invece potata in pieno inverno, subito prima della sua fioritura: con conseguenti ovvie fioriturine stitiche, tarpate, deturpate e del tutto prive di senso.
Osservate la fioritura di questa siepe di Forsythia potata di recente


... e comparate con il bel cespuglione non potato della prima foto (che cresce a poche decine di metri di distanza).

Già così è abbastanza deprimente.
Non bastasse, buona parte delle F. sottoposte a tort manutenzione viene pure sagomata a forma di siepe, di parallelepipedo, di cubo.
No, dico: a-for-ma-di-CU-BO.
Una pianta che proprio nei suoi rami lunghi, flessuosi e cavi ha la sua scapigliata e vigorosa bellezza. A forma di cubo.


Dadolata di Forshytia

Non è certo la Forsythia l'unica, o la più illustre vittima delle potature dissennate e/o esteticamente deliranti: capitozzature, sgamollature, piante sfregiate se ne vedono ovunque. Quasi sempre viene però accampato un pretes addotto almeno un motivo: rinvigorire, ripulire, regolare, indirizzare, mettere in sicurezza, tacitare i vicini.
Ma non c'è alcun motivo funzionale per potare con questi tempi ed in questo modo una Forsythia.


Nonluoghi, nonsensi

La Forsythia non è un arredo urbano utile come la colonnina SOS, è lì solo perché è bella: se la poti a-for-ma-di-cu-bo, le fai perdere la sua ragion d'essere lì.
Si potrebbe, piuttosto, non potarla.
Oppure, evitare di piantarla.
Metterci dei blocchi di tufo, nelle rotatorie.

La mattina transito abitualmente per una bella rotatoria, che ha nel mezzo uno splendido pilone sormontato da graziose antenne per telefoni cellulari e in terra, a mo' di corona circolare spezzettata, quattro smozzichi di muretto. In questi primi giorni di ormaiprimavera i quattro smozzichi si stan tutti chiazzando di patetico giallo: che' non sono muretti, no, ma pretese di siepi di Forsythia.

Poi dice che una arriva al lavoro già un po' costernata.

lunedì 16 marzo 2009

Gemme / 1

Il clima si è addolcito e la vostra affezionatissima ha preso ad aggirarsi con aria estatica e macchinetta fotografica a tracolla: un'imitazione quasi perfetta di Marcovaldo e Twoflower, ancorché in gonnella.

Ci sono germogli ovunque!
E ovunque equipaje s'incanta, e fotografa.
Perché mai la gente la guarda così stranamente? :)

Cominciamo dal giardino (come disse anche Cornelia, la madre dei Gracchi: queste sono le mie gemme! ;)

Dove prima c'era solo uno steccolino rinseccolito...

Rubus idaeus

... ora c'è una virtuale marmellata di lamponi :)



La Photinia le foglie non le ha mai perse (è sempreverde) però ora ha i meristemi che lavorano a pieno ritmo a produrre germogli rossicci...

Photinia

... germogli ridondanti come il copricapo di una scuola di samba brasiliana!

Photinia con coccinella

La vedete la coccinella? :)


Germogli rossi rossi anche per le rose:

Rosa sevillana

Le pallette rosse che si intravedono sullo sfondo sono i cinorrodi ancora presenti sulla pianta.

E lo vedete il ragnetto? No? :)
Vado ad ingradire (aracnofobi avvisati)


Rosa sevillana con ragnetto

ancora più grande


Ragnetto con Rosa sevillana


E ora: verifica a sorpresa!
Per vedere se siete stati attenti o vi siete fatti sviare dai dettagli irrilevanti.

Mettete sotto il banco quel Google, riguardate le foto per quindici-venti secondi e vediamo un po': qual è l'elemento che accomuna queste tre piante?

(Dài dài, che è facilissimo :)

(le foto si vedono meglio se ingrandite cliccandoci sopra)